Archivio
sabato 5 ore 23, domenica 6 ore 17
Cavallerizza Reale, Torino
Prima Nazionale
POLLOCK
spettacolo del progetto CARTA BIANCA
di Fabrice Melquiot
regia Paul Desveaux
scenografia Paul Desveaux
assitente alla regia Alexandre Delawarde
con Serge Biavan, Claude Perron
coreografia Yano Iatridès
creazione luci Laurent Schneegans
musica Vincent Artaud
costumi Laurence Révillion
artista plastica Solène Eloy
immagini degli Stati Uniti Santiago Otheguy
suono Johan Allanic
direttore di scena Pierre-Yves Leborgne
produzione L'héliotrope, Maison de la culture de Bourges/Scène Nationale
con il sostegno di Hi-Pi (groupe Hi-média)
compagnia convenzionata con DRAC e Région Haute Normandie
con il sostegno di ODIA Normandie / Office de Diffusion et d'Information Artistique de Normandie
testo italiano sottotitoli Gessica Franco Carlevero per il Festival delle Colline Torinesi
nell'ambito di Face à face - Parole di Francia per scene d'Italia
SPETTACOLO DEL PROGETTO CARTA BIANCA
durata 1h15- versione originale con sottotitoli in italiano
Durante un viaggio a New York nel 1997 ho scoperto i quadri di Jackson Pollock, in una retrospettiva al Withney Museum. Sono stato affascinato dalla forza del movimento, dall'immensità dei quadri. Mostravano un'astrazione sensibile, in particolare quelli del periodo dei drippings. E' molto probabile che le linee, la costellazione dei colori, abbiano avuto su di me un grande potere evocativo. Lo stesso potere che si ritrova in natura quando, nella disposizione degli alberi, dei fili d'erba, e più comunemente nella forme delle nuvole, s'intravede una figura. Allora si muove una parte del nostro immaginario che potremmo lasciare andare all'infinito perché nessuna forma riconoscibile riesce a fermarla.
Mi sono perciò interessato al processo utilizzato dal pittore. All'epoca dei drippings Pollock dipingeva su una tela posizionata a terra. Stendeva delle strisce di pittura con un vaso e un pezzo di legno. Eseguiva in questo modo una specie di ballo, una coreografia improvvisata per cui la componente organica del gesto si ritrovava nel disegno sulla tela. Ho subito pensato alle potenzialità teatrali di questo metodo. Ma allora non sapevo come svilupparlo. Ho dovuto leggere la sua biografia, e soprattutto progettare una prima scenografia, per capire che c'era davvero un risvolto teatrale.
Attraverso il suo percorso caotico ho scoperto l'altro personaggio che ha permesso a Jackson Pollock di raggiungere un tale grado di astrazione: sua moglie, Lee Krasner.
Anche lei era pittrice e aveva ricevuto, prima di incontrare Jackson, i complimenti di Mondrian, famoso per essere poco propenso a farne. Non so se è per rendere giustizia a una donna che ha sacrificato la sua carriera a favore di uno dei più grandi artisti americani, o perché è con Lee Krasner che Jackson Pollock ha avuto il confronto più appassionante, ma li ho immaginati entrambi nell'atelier. Soli. Paul Desveaux
PAUL DESVEAUX
Dopo un percorso di attore, nel 1997 Paul Desveaux fonda la compagnia L'héliotrope di cui diviene regista. I suoi lavori mettono in relazione il teatro con la coreografia, la musica e il cinema. Perciò egli collabora con la coreografa Yano Iatridès e il compositore Vincent Artaud, con i quali presenta nel 2001 L'éveil du printemps di Wedekind, e con un altro regista Santiago Otheguy per gli spettacoli Vraie Blonde et autres di Kerouac e La Tragédie du roi Richard II di Shakespeare. Desveaux si impegna sia nella rilettura dei classici che nella messa in scena di autori contemporanei. In questa direzione propone all'autore Arezki Mellal di adattare alla scena il suo romanzo Maintenant ils peuvent venir (2007) e commissiona a Fabrice Melquiot un testo sul pittore Jackson Pollock e sua moglie Lee Krasner: Pollock (2009). Desveaux è anche regista del cortometraggio Après la représentation e ha firmato l'opera Les Enfants Terribles di Philip Glass. Nel 2009 collabora alla creazione di Hypermusic Prologue opera contemporanea di Hector Parra e Lisa Randall con l'Ensemble Intercontemporain, rappresentata al Centre Pompidou a Parigi, a Barcellona e in Lussemburgo. Nell'estate 2009 crea Jusqu'à ce que la mort nous sépare di Rémi De Vos a Buenos Aires. Desveaux torna al Festival per la seconda volta, dopo aver presentato nel 2003 La Tragédie du roi Richard II di Shakespeare.
FABRICE MELQUIOT
Nato nel 1972 a Modane, scrive i suoi primi testi per i bambini: Les petits mélancoliques e Le jardin de Beamon pubblicati nel 1998 e trasmessi in radio da France Culture. In seguito pubblica nelle edizioni l'Arche: L'inattendu, La semeuse, Perlino comment, Bouli Miro, Le Gardeur de silence, Le diable en partage, Kids, Autour de ma pierre il ne fera pas nuit, La dernière balade de Lucy Jordan, Ma vie de chandelle, C'est ainsi mon amour que j'ai appris ma blessure, Le laveur de visages, L'actrice empruntée, Exeat, Marcia Hesse. Nella stagione 2002 è invitato da Emmanuel Demarcy-Mota come autore associato presso la Comédie de Reims, dove cura anche la regia di alcuni suoi testi. Numerosi registi non solo francesi hanno scelto di confrontarsi con la sua scrittura poetica. Melquiot ha ricevuto numerosi premi: il SACD per la migliore opera radiofonica (2003), il premio Jean-Jacques Gauthier di Le Figaro, due premi del Syndacat National de la Critique e nel 2008 il Prix Théâtre dell'Académie Française per la sua opera drammaturgica. Melquiot torna al Festival dopo aver presentato nel 2003 i suoi testi Le laveur de visages e Veux-tu?