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11-12 giugno
MONCALIERI Limone Fonderie Teatrali

HOW NANCY WISHED THAT EVERYTHING WAS AN APRIL FOOL’S JOKE

di Fadi Toufic e Rabih Mroué
regia Rabih Mroué

con Lina Saneh, Hatem El Imam, Ziad Antar, Rabih Mroué
scenografia e grafica
Samar Maakaroun
animazione Ghassan Halwani
ricerca iconografica Ziena Maasri
produzione esecutiva Chiaki Soma

produzione Tokio International Arts Festival, Associazione Libanese per le Arti Plastiche Ashkal Alwan Beirut, La Ferme du Buisson - Scène Nationale de Marne La Vallée, Festival d’Automne à Paris

Dall’inizio della guerra civile nel 1975 fino ad oggi i muri del Libano si sono coperti di manifesti che raffigurano i volti dei combattenti e dei dirigenti politici uccisi. Recentemente, con la serie di assassinii cominciata nel 2005, queste immagini si sono moltiplicate al punto che è difficile evitarle. Guardiamo questi visi appesi e questi visi appesi ci guardano; dovunque vi troviate l’incontro è certo. I morti qui non se ne vanno o, più precisamente, gli abitanti delle città non permettono loro di andarsene e li seppelliscono in se stessi. I mondi dei vivi e dei morti si mescolano. Il cimitero è in casa e la bara è aperta. I morti riempiono il tempo e lo spazio con il loro andare e venire. Hanno cominciato a vivere in noi. Bashir Gemayel vive in noi, e Kamal Jumblatt e Rafik Hariri e Imam al Sadr e tutti i combattenti della resistenza nazionale, islamica, libanese, araba.
Rabih Mroué

Il compito di raccontare queste presenze è affidato a quattro attori seduti su un divano alle cui spalle si alternano le immagini dei volti dei morti: come nei giochi elettronici in cui i personaggi, una volta uccisi, si rialzano e riprendono a vivere, la realtà della guerra libanese sembra mutarsi in un mondo virtuale. A meno che non si tratti solo di un pesce d’aprile.

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