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10 luglio
CASTAGNETO PO Castello
PUPA REGINA OPERE DI FANGO
di Franco Scaldati
regia Marion D’Amburgo e Lucia Ragni
scene e costumi Franz Prestieri
musiche originali Rosario Del Duca
assistente alla regia Mariella Lo Sardo
foto di scena Tommaso Le Pera
realizzazione scene Tonino Festa
sarta Silvia Fiorettoni
luci Salvatore Lerro
elettricista Emilio Toscano
“Franco Scaldati è uno degli esponenti europei del Teatro di Poesia. Si afferma alla fine degli Anni Settanta con il testo Il pozzo dei pazzi. Scaldati, drammaturgo e regista, non si è mai fermato su se stesso, sviluppando nell’ultimo decennio della sua lunga attività una fase nuova della sua ricerca teatrale in cui la drammaturgia coincide con gli spazi nuovi, da lui esplorati e vissuti con il suo ensamble di giovani attori. Il giardino dell’Albergheria di Palermo è sede naturale del suo ultimo teatro, quello che lui spesso definisce d’Incantamenti.
Pupa Regina Opere di fango, scritta nel febbraio del 2003, è un’opera che evoca le atmosfere sommerse del giardino dell’Albergheria.
Due fili trainanti del testo mistico di Franco Scaldati, scena e sentimenti sono bilanciati da pesi antichi e immutabili: il giardino antico e i suoi personaggi, Pupa e Regina, modellano forme e orme del testo. Scena e sentimenti vengono rappresentati e narrati dalla cadenza superba del ritmo, pronto all’orchestrazione in quartine e ottave.
Franco Scaldati con Pupa Regina Opere di fango riscrive a partire dalla tradizione e dalla sua realtà culturale un nuovo teatro le cui azioni rivivono su una scena, vibranti nella voce-strumento dell’interprete.
Il canto è tangibile, s’intreccia in melodie e la voce dell’interprete diventa suono di visioni e visioni di suoni.
Il canto-lingua di Scaldati è il veicolo che conduce lo spettatore dentro l’occhio dell’attore, interprete delle sue paure, delle sue certezze, fragili ed eterne, delle sue tristezze e della sua muta disperazione della vita, dentro dunque una performance inevitabile.
Ritmo e musicalità tessono una partitura aperta e scandita, fatta di parole già note e di note in sé parole e immagini.
La lingua di Scaldati è struggente, profonda, finita, intensa, tersa, chiara, luccicante, emozionante, popolata di menti come di sensi seppure fermate, armate e amate. I due personaggi nel ritmo linguistico di Scaldati appaiono anime in movimento, verità, entità senza tempo, oltre il tempo e scena per eccellenza.
Tra Pupa e Regina si consuma un omicidio? Un atto d’amore? Si svelano alla fine e l’incantamento è immediato, lo spettatore scopre che forse egli stesso è Pupa o Regina, o Pupa e Regina insieme.”
Anna Sica