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9-10 giugno
MONCALIERI Limone Fonderie Teatrali
COME UN CANE SENZA PADRONE
di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
con Dany Greggio e Franck Provvedi
narratrice Emanuela Villagrossi
cura dei testi Daniela Nicolò
editing audio Enrico Casagrande
riprese e montaggio video Simona Diacci
video contribution engineering Giovanni Ghirelli
fonica Carlo Bottos, Marco Giovanetti
promozione e ufficio stampa Sandra Angelini
organizzazione e logistica Sonia Bettucci
direzione amministrativa Cronopios
produzione Motus, Théâtre National de Bretagne, Festival di Santarcangelo, Teatro Lauro Rossi/Comune di Macerata, Teatro Sanzio/Comune di Urbino e Amat
in collaborazione con Teatro Mercadante di Napoli – Progetto Petrolio
ed il sostegno di Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna
Appunti di viaggio - in viaggio verso L’Ospite - lo spettacolo che ha debuttato a Rennes nell’aprile 2004, con cui tentiamo, acrobaticamente, di compiere, a partire dal romanzo Teorema di Pier Paolo Pasolini, un percorso trasversale attorno a quelle opere in cui si materializza un elemento sacrale-distruttivo che assume forme diverse anche in Porcile, San Paolo e Petrolio.
Un itinerario lacerato fra La Nuova Periferia ed il deserto. Riflesso della decisione di Pasolini di iniziare a scrivere di situazioni borghesi, personaggi per lui odiosi, -“ripugnanti”, li definisce nella lettera a Moravia in appendice a Petrolio - “(…) si, anche il comunista è borghese. Questa è ormai la forma razziale dell’umanità.”
Il tema della crisi e della “banalità del male” nel quotidiano, dentro il nuovo totalitarismo consumistico, era stato già fulcro di tutto il progetto Rooms, dove nelle analisi della borghesia attuate in chiave cinico-ironica da DeLillo, (e da Genet) l’elemento traumatico era il compiere un atto estremo, come l’omicidio per superare la paura della morte… in Pasolini invece è l’avvento di un fatto scandaloso esterno, quale l’irruzione dell’ospite, o una visitazione angelica e demoniaca, come in Petrolio, a provocare lo svelamento, la frattura…
Negli appunti da 58 a 62 di Petrolio, la “manifestazione” di Carmelo all’ing. Carlo dell’ENI, scatena lo stesso stordimento emotivo che l’avvento dell’Ospite provoca nella famiglia di Teorema: la fascinazione per le immagini evocate e la crudezza matematico/descrittiva del testo ci ha indotto al tentativo di farne un "film di letteratura", un film raccontato a viva voce da una narratrice “sadiana” come Emanuela Villagrossi. La sua voce, accompagnata da un concerto fisico/acustico degli altri due interpreti maschili, guida il crescendo di questa relazione rivelatoria fra vittima e carnefice, dove Carlo segue Carmelo - “come una cane, anzi come una cagna - al centro di quella grande distesa di terra con tutt’intorno, lontani, contro i loro differenti cieli, i lumi dei vari quartieri.”
Come un viaggio del resto è andare fra le parole di Pier Paolo Pasolini, tra le righe e gli “appunti per” e sempre in movimento sono i personaggi dei suoi film e romanzi, sino al testamento-monumentum Petrolio. Un viaggio che termina, che viene interrotto da una morte violenta, la sola in grado di compiere il definitivo, scioccante montaggio sull’inarrestabile piano sequenza della vita.
Pasolini amava le corse in automobile, le auto sportive, veloci, amava andare in giro di notte solo, “…giro per la Tuscolana come un pazzo, per l’Appia come un cane senza padrone”, sempre in cerca, sempre in attesa, perché sempre, sempre, gli mancava qualcosa.
“Carlo cercava - ma nel mondo, fra i corpi - la solitudine più assoluta", dal desiderio di andare a tracciare i margini figurativi, i punti di confine fra vecchio e nuovo, é nata poi l'idea di sovrapporre un ulteriore filtro datato 2003 a quella infinita carrellata che sono le Visioni del Merda. Un altro strato, un ulteriore livello narrativo che abbiamo realizzato con una macchina “mangia-realtà” da noi appositamente costruita e composta da una staffa con tre telecamere che registrano in sincrono il paesaggio in movimento, collocata sul cruscotto dell’auto.
Un itinerario Roma-Napoli, abbagliato dalla luce d’agosto, alla ricerca del lato oscuro delle città, di quel niente senza nome che si deposita nella deriva della ratio urbana...dove gli effetti della globalizzazione forzata e di una certa spregiudicata speculazione edilizia, tutta italiana, hanno partorito i loro mostri.
Altri Dati. Un altro evento non-spettacolare, che tenta, per sovrapposizioni, per rabbia e per amore, di incarnare l’estrema e disperata poliedricità creativa di Pasolini stesso.