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martedì 5 ore 19, mercoledì 6 ore 21
Fonderie Limone, Moncalieri

LA SECONDA NEANDERTHAL

di Claudia Castellucci
regia Claudia Castellucci

coreografia, scene e costumi Claudia Castellucci
musica
Scott Gibbons ispirata al Sacre du Printemps di Igor Stravinskij
interpreti
Gloria Dorliguzzo, Rob Fordeyn, Beatrice Mazzola, Eugenio Resta
tecnico
Mauro Piras

produzione Cosetta Nicolini
organizzazione
Valentina Bertolino, Gilda Biasini
produzione
Riverrun - Performing Arts (Cagliari), Théâtre de la Place - Centre européen de création théâtrale et chorégraphique (Liège), Fundacja Nuova (Poznan), Hellerau - European Center for the Arts (Dresden), Festival Wiosny (Poznan), Teatr Wielki (Poznan) con il sostegno dell' istituto Adama Mickiewicza, Polish-German Foundation, Elevenprogramm of Palucca Hochschule für Tanz e Semperoperballett, Socìetas Raffaello Sanzio - Compagnia di ballo Mora

durata 50'

Le genti Neanderthal si estinsero per mancanza di discendenza. La decisione di rimanere nelle caverne, paghi di una realtà artificiale che arricchiva la vita, segnò il momento di una separazione irreversibile dal resto dell'umanità coetanea.
Ora il ballo parla di una seconda Neanderthal, cioè di un altro momento in cui l'umanità deve decidere, in base alla propria posizione locale e culturale, se e cosa lasciare.
Le Sacre du Printemps di Igor Strawinskij, una musica che Adorno giudicò come "terrificante e folle" è stata scelta come fondamento per questa danza, perché dispiega l'ambito elementare e ciclico dell'eterno sorgere e tramontare; l'ambito che si apre alla coscienza iniziale dell'umanità.
Claudia Castellucci ha dapprima lavorato su questa partitura originale, e poi ha affidato al compositore statunitense Scott Gibbons il compito di riscrivere interamente la musica in base ai movimenti della danza.
Lo schema narrativo, discostandosi da quello tradizionale, capta nella storia profonda dell'umanità il proprio tema. Il drammatico dilemma spaziale di Neanderthal ritorna in una danza che si propone come attività reale, come disciplina metafisica che risponde al dilemma. La danza orienta il nuovo cammino di superamento dell'orizzonte abituale e rappresenta il separarsi nel modo più chiaro possibile dalla nuova caverna: l'arte.
Accanto alla costituzione di scuole ritmiche, aperte a chiunque scelga di plasmare il tempo, Claudia Castellucci riprende in questa danza il proprio dialogo con alcuni ballerini di formazione classica. Il tempo è una dimensione che può essere trasformata, e in questo caso lo si deve fare inseguendo la perfezione del movimento e la indifferenza profonda nei confronti dell'ambiente. Si tratta di una precisa strategia, che mira a incantare il tempo con la sua stessa sostanza: la metronomia.
Socìetas Raffaello Sanzio

CLAUDIA CASTELLUCCI
Dal 1981 fa parte della Socìetas Raffaello Sanzio, lavorando soprattutto alla composizione dei testi, sia drammatici sia teorici, oltre a essere interprete in diversi spettacoli. Dopo aver scritto Santa Sofia-Teatro Khmer, manifesto di un teatro iconoclasta messo in scena nel 1986, Claudia Castellucci incomincia una propria ricerca metrica e melodica che trasmette in alcune opere della Compagnia come La discesa di Inanna,1989, Gilgamesh,1990, Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco,1992 e Orestea (una commedia organica?),1995. Nel 1989 condivide e approfondisce questo studio con la Scuola teatrica della discesa, un insieme di giovani che si incontra regolarmente per tre anni unendo alla ginnastica una pratica filosofica. Negli anni successivi lo studio e la pratica metrica e melodica sfociano nel ritmo e nel movimento. Sue sono le principali sequenze motorie in Giulio Cesare,1997, di cui cura pure la oratoria gestuale classica, dedotta da Quintiliano, così come in Genesi. From the museum of sleep,1999.
Dal 2003 al 2008 dirige la Stoa, scuola sul movimento ritmico nell'ambito della quale compone i Balli, danze improntate a un'interpretazione del movimento sul metro del tempo musicale. Intraprende studi particolari sul movimento ritmico avvicinandosi alle esperienze folkloriche dei balli della regione moldava della Romania e attraverso lo studio del canto gregoriano, la cui estetica segue un principio non mensurale del ritmo, indifferente alla quantità.
Nel 2009 Claudia Castellucci divarica la propria arte in due rami: uno approfondisce il ballo, come disciplina del tempo praticata da danzatori esperti, l'altro prosegue l'idea di scuola come opera fatta di relazioni. Il primo si realizza con la fondazione di Mòra, una compagnia composta da danzatori di formazione classica, che esegue il ballo Homo Turbae. Il secondo si realizza con Calla, un'altra scuola di ginnastica e di filosofia che nel 2011 interpreta Nascita del Clan, Zarathustra invita alcuni viandanti a passare la notte da lui; e con Sorties de la Caverne. Ecole du rythme de Bordeaux, una scuola della durata di un mese, di frequenza quotidiana, che attua nella città le Celebrazioni azioni di intensità ritmica e invenzioni di nuove ricorrenze.
Nel 2011 inizia uno studio, basato su Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij, e con musiche riscritte da Scott Gibbons, che orienta il ballo verso una dimensione finalistica, insieme stilistica e reale, al pari di una disciplina della mente. Lo studio si compie nel gennaio 2012 con il ballo La seconda Neanderthal.
Claudia Castellucci continua a recitare sporadicamente testi autografi, l'ultimo dei quali, Il Regno profondo (2011) è strutturato come un sermone.

La Socìetas Raffaello Sanzio è presente al Festival per la sesta volta, dopo Voyage au bout de la nuit nel 2000, Giulio Cesare nel 2002, M.#10 Marseille e Crescita XV Torino nel 2005, The Cryonic Chants nel 2006 e Homo Turbae coprodotto dal Festival nel 2009.

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